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Geocaching e Woodcarving

Pubblicato il 21 gennaio 2023 – Tempo di lettura: 8 minuti

Buona giornata a tutti voi! Sono stata impegnata in questi ultimi giorni con un hobby che adoro: il Geocaching. Mentre lavoravo alla realizzazioni di alcune cache ho pensato: Woodcarving e Geocaching due mie passioni che viaggiano ottimamente insieme, quasi quasi ci faccio un articolo!

Ed è eccolo qui! 😉

Magari molti lo troveranno un argomento fuori tema, ma vi spiegherò che non è così. Poi bisogna spaziare e aprire la mente sempre a nuovi interessanti collegamenti! Ma prima di svelarvi come mai lo trovo un abbinamento perfetto, è meglio che facciamo il consueto passo indietro per permettere a tutti di centrare l’argomento.

Il Geochaching cos’è e come nasce

Il Geocaching è un gioco tipo caccia al tesoro che si svolge con l’utilizzo di un GPS. Nato per puro caso in America per testare l’affidabilità del global positioning system (GPS) utilizzabili dai civili.

Un signore di Portland, Dave Ulmer, ha nascosto la prima cache del mondo. Era un contenitore con dentro libri e un bloc-notes. Ne ha verificato la posizione con il suo GPS e poi l’ha comunicata in un gruppo di amici spiegando la sua idea. Di fatto creando le origini di questo appassionante gioco nel lontano 2 Maggio del 2000.

Curiosità!

Questa cache non è più attiva, ma alle sue coordinate storiche si trova una targa commemorativa che è meta di pellegrinaggio per molti Geocacher. È possibile trovarla tramite il sito www.geocaching.com cercandola con il codice GCGV0P.

La cache più vecchia ancora esistente al mondo è la settima pubblicata nel maggio del 2000. Si trova a Colby, Kansas, codice GC30.
Foto del panorama dalla settima cache creata dall'inizio del gioco di Geocaching. Si trova a Colby in Kansas (U.S.A.)
Colby, Kansas, GC30. Foto di Steelers Chic

L’idea era molto semplice ma al contempo molto accattivante. Con un ricevitore GPS si possono raggiungere coordinate terrestri in tutto il mondo con un margine di errore di più o meno 10 metri. Una volta ottenuta la coordinata non resta che recarsi sul posto e cercare dove il “tesoro” possa essere stato nascosto. Come in una vecchia mappa dei pirati!

E così fece, pochi giorni dopo, Mike Teague. Quando trovò la sua prima cache fu subito amore! Decise di pubblicare un sito dove ogni persona potesse trovare le coordinate e parlare dei ritrovamenti. Piuttosto velocemente si incominciarono a diffondere a macchia d’olio nuove cache da trovare, create da utenti in diversi stati americani.

La storia

In origine il gioco si chiamava GPS Stash Hunt, e la cache era chiamata Stash. Ma a meno di 15 giorni dopo la prima stash pubblicata, a conferma del grande fermento di entusiasmo di quei giorni, il gioco comincia a prendere piede e viene anche creata una mailing list.

Ad un mese dal famoso 2 maggio 2000 viene nascosta la prima stash in Australia e il fenomeno uscito dai confini dell’America diventa virale e mondiale. Tanto che sul forum del sito si discute di cambiare nome al gioco e quindi di cambiare il termine da Stash (dal verbo riporre qualcosa) a Cache (nascondiglio) e quindi modificare il nome in Geocaching.

E’ Interessante l’evoluzione del pensiero legato al gioco. Al principio era solo una scatola nascosta e da ritrovare. Un mese dopo, sotto suggerimento di un utente della mailing list, Matt Stum, si elabora di vederlo come le azioni che venivano fatte dagli esploratori del passato.

Gli esploratori erano soliti nascondere dei contenitori, chiamati cache. Contenevano cibo o oggetti utili alla sopravvivenza. In questo modo non dovevano portarseli dietro per chilometri e potevano ritrovarli al ritorno senza che venissero depredati.

Oppure era uso lasciare oggetti anche per aiutare esploratori futuri. Era pratica comune aggiungere oggetti all’interno della cache o scambiarli con altri. Facendo attenzione di non lasciare mai vuoto il contenitore. E questa rimane ancora oggi, 23 anni dopo, una delle regole base di ogni cacciatore di cache.

Il 2 settembre del 2000, Jeremy Irish registra ufficialmente il dominio www.geocaching.com. Da quel momento diventa il sito di riferimento per milioni di Geocachers in tutto il mondo. In Italia la prima cache registrata fu in Sicilia, il 27 aprile del 2001.

Regole del gioco

Pur essendo passati anni dalle origini, il gioco continua a rimanere in vita grazie agli sforzi di utenti appassionati che continuano a nascondere cache o rinnovare quelle che ormai non viene più fatta manutenzione da parte di utenti che non seguono più il gioco.

Dall’altra parte la società che ad oggi detiene il sito e i diritti, la Groundspeak a Seattle, cerca di inventarsi sempre nuovi espedienti per rendere sempre vivace il gioco introducendo nuove funzionalità e nuovi tipi di cache.

Le regole del gioco sono piuttosto semplici. Come si è detto un utente registrato al sito geocaching.com nasconde un contenitore, possibilmente a tenuta stagna, in un punto raggiungibile di sua preferenza.

All’interno del contenitore vengono piazzati alcuni oggettini, gadget, (a seconda delle dimensioni solo un LogBook) che possono essere scambiati, aggiunti o solo osservati e obbligatoriamente un LogBook.

Normalmente vengono utilizzati per i nascondigli posti con interesse storico, paesaggistico, artistico, ecc. Ne segna le coordinate GPS, aggiunge un suggerimento che servirà a colmare l’errore di valutazione del GPS e lo manda in revisione.

Un revisore controlla che vengano rispettate le regole del gioco e lo lancia nel sito. Gli utenti iscritti vedono comparire o una notifica o un icona all’interno della mappa mondiale e possono decidere di raccogliere la sfida e andare a stanare la cache.

E quando la si trova…

Una volta raggiunta, si deve firmare un libretto, chiamato LogBook. Scambiare un oggetto o aggiungerne uno (o lasciare tutto come lo trova) e bisogna rimetterla esattamente alla posizione iniziale. Tutto questo senza mai essere visti da persone esterne al gioco chiamate in gergo “Babbani“.

Foto della cache nascosta al castello di Dracula in Romania. La cache è aperta e si vede il logbook e una geocoin da scambiare.
Una cache aperta – foto di @jujubedo

Questo termine nasce dalla famosa saga del maghetto Harry Potter nato dalla penna di J.K. Rowling, si tratta di persone non dotate di poteri magici. Per i Geocacher, il babbano, è uno che non fa parte della magia del gioco e quindi non ne è a conoscenza. Come si dice: “potrebbero star seduti su una cache e non se ne accorgerebbero!”

Alcuni tipi di cache nascondono dei “misteri” e necessitano la risoluzione di enigmi per arrivare alle coordinate. Altre, sono tradizionali e hanno visibile immediatamente la posizione. Una delle cose positive del gioco è che chiunque si può iscriversi e iniziare a giocare gratuitamente.

Ovviamente la società, che apporta costantemente migliorie al sito, ora ha creato anche una app che aiuta ad arrivare sul posto con il gps integrato nel telefono. Cerca di fare del merchandising e di raccogliere soldi dalle utenze premium. Ma nulla toglie che rinunciando alla app e creando le proprie cache con risorse di riciclo si possa giocare completamente gratuitamente.

Oltre l’adrenalina della ricerca dei tesori totalmente invisibili a chi non gioca, l’altro aspetto che per me lo rende un gioco fantastico, è che ogni volta mi stupisco di quanti posti interessanti e bellissimi ci siano al mondo di cui a volte non si è a conoscenza.

Io abito nella mia zona da tutta la vita. Mi sono sempre vantata di conoscerla piuttosto bene eppure tramite il Geocaching ho scoperto dei posti sperduti di una bellezza sconcertante di cui non avevo assolutamente idea. E si passa da curiosità storiche, a punti geologici, a leggende, non è solo un gioco è un piacere per gli occhi e per la mente.

Fatta questa doverosa premessa, più che altro per i babbani, passo a spiegarvi come si collega a ciò il woodcarving!

Geocaching e Woodcarving

Una volta afferrato il concetto che si nasconde una cache di svariate dimensioni a seconda della vostra fantasia non dovete vederla solo come un semplice contenitore. Esistono contenitori anche di pochi cm, facciamo esempio di un tubo di granuli per omeopatia, o un porta aghi. Questo può diventare una cache perfetta, sempre che si riesca ad infilarci un foglietto per fare un LogBook.

Potete certo nasconderla anche così, ma se invece intagliate un oggetto, lo bucate e inserite questo contenitore dentro? Ecco che il woodcarving serve eccome!! Per esperienza le cache elaborate in questo modo sono quelle di maggior soddisfazione, a farle e a trovarle!

In questi giorni, insieme alla mia fedele compagna di caccia, abbiamo elaborato un percorso nel bosco e abbiamo creato noi a mano tutte le cache (no spoiler!😉). Questo perché siamo entrambe molto attente alla natura. Non ci piace quando si trova sporcizia, sopratutto nei boschi, quindi non volevamo nulla che non fosse ecosostenibile.

Amo molto le cache nascoste lontano dai posti trafficati. Le mie preferite sono nella natura, nei boschi sopratutto o nei posti remoti e isolati. Mi piace non avere fretta e non dovermi preoccupare di essere vista. Mi piace dedicarmi con calma ad ispezionare la zona, alla ricerca del particolare che ti accende la scintilla.

La magia!

Una foto di una pigna elaborata da un woodcarver in modo che si possa aprire e trovare all'interno il logbook. La scritta TFTC è comune tra i giocatori è l'acronimo di Thank you For The Cache, grazie per la cache.
foto di @empiregeocaching

Trovare una cache in un ramo, nella corteccia di un albero applicata così bene da non vedersi se non dopo minuti di studio è un momento impagabile. O quando si raggiunge un’innocua casetta per gli uccellini che con un meccanismo si apre e svela la sua nascosta meraviglia non si può ringraziare mai abbastanza chi padrona l’arte del woodcarving!

Foto di un ceppo che bucato e opportunamente sistemato è possibile aprirlo per scoprire il tesoro all'interno senza che sia visibile esternamente
foto di @tomeytsch
Foto di un pezzo di tronco intagliato in modo da contenere una cache estraibile, come fosse in un bauletto
foto di @team_giandouillage

La fantasia la fa da padrone e si sa, i woodcarver vivono di fantasia. Uno gnomo nella sua casetta, un uccellino appeso ad un ramo, un tronco che sembra intero ma che si apre come il tappo di una penna… sono tutti esempi delle cache che ho trovato in questi anni di attività e chi mi hanno esaltato al punto da mettermi li a crearle io stessa!

A volte pensiamo solo a intagliare un oggetto che abbiamo immaginato solo per venderlo, o per il nostro piacere, o ancora per arredare casa o giardino. Ma a volte condividerlo in questo modo regala una sorpresa. Un piacere inaspettato che scuce un sorriso e un’ammirazione da parte di chi lo ritrova.

Il gioco prevede non solo di firmare il LogBook, ma, anche se non è obbligatorio, è un piacere loggare e commentare la cache, sul sito ufficiale. Molti scrivono le loro impressioni, di come l’hanno trovata, se era bella o diversa o imperdibile e la consigliano ad amici. Il gioco permette anche di assegnare gli FP (favourite point) il punto preferito, sono rari e vengono rilasciati sono in base a quante cache si trovano, per cui si devono dare centellinati.

Quando arriva alle tue cache un FP, sai che hai fatto qualche cosa di splendido, qualche cosa di più, e ti viene riconosciuto in una maniera quasi più appagante che un like sui social. E’ qualcosa che è stato visto, toccato, cercato, vissuto.

Scatenate la vostra fantasia e ricordate che il Geocaching è un gioco per tutte le età, provatelo e non ve ne pentirete! Se questo gioco appassiona ancora più di 3 milioni di persone in tutto il mondo un motivo ci sarà! Vi lascio con una piccola carrellata di mitici camuffi fatti da woodcarver per trovare la giusta ispirazione!

E adesso che avete visto il video, pensate ancora che Geocaching e Woodcarving non siano un abbinamento perfetto? 😉😇 Se questo articolo vi è piaciuto continuate con un altro articolo della categoria Mondo Legno! Vi aspetto al prossimo articolo! Ciaoooooo! 😘


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